La necessità vitale del Tempio interiore, proiezione in pietra dello Spirito

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Vittorio Sgarbi, nella sua ingegnosa intelligenza, è convinto che, sia la ricostruzione del Tempio di Selinunte (Trapani) che la cura amorosa dei tesori dell’Arte Antica, di cui questa nostra terra, unica al mondo, è ricca, siano sufficienti per “risvegliare” qualcosa in ciò che resta dell’animo nel nostro popolo (?).

Bene ha fatto, Saturnia Tellus, sito del M.T.R., a diffondere tale intendimento, e devo confessare che, leggendone, ho vibrato anch’io!

Qui mi fermo, però, e, a costo di essere il solito guastafeste, devo rammentare al colto ed all’inclita, che esiste e vige, ab aeterno, una legge tanto necessaria quanto essenzialmente vivente e per lo effetto di natura cosmica: è lo Spirito che edifica i Templi e le Basiliche o le Civiltà e gli Imperi! Ben sapevano, infatti, gli Auguri Romani, quanto logicamente e pertanto spiritualmente, come Causa, venga “prima” il Tempio nell’Animo e cioè nell’Aria quindi in Cielo e “poi” quello in Terra, in seguito alla pronuncia della formula magica: “effari templa…!” (quei “prima” e “poi” non appartengono ovviamente al tempo profano ma a quello Sacro).

Il Tempio in terra e di pietra è creazione magica dello Spirito, proiezione dello stesso: è il Tempio nell’Animo (Cielo) che si riflette nello specchio della Terra; è, pertanto, ciò che, nei miei libri, ho cercato di definire come: “l’Azione rituale su  l’Invisibile che si riverbera nel visibile, creandolo conforme a quello”. Evola ci ha insegnato (ovviamente a coloro i quali sono, come razza dello Spirito, predisposti ad apprendere…) che Tutto inizia e si completa nell’Animo, l’intera Opera da lì inizia e lì si perfeziona! D’altronde con la costituzione del Gruppo di UR, quale Scienza dell’Io, e con tutto quello che ciò ha come suo profondo ed epocale significato, egli altro non ha voluto dire…!

Augure con re Numa
Augure con re Numa

La ragione essenziale che mi induce a condurre questo discorso risiede semplicemente nell’essere convinto, e ciò da sempre, che per coloro i quali condividono, vivono e muoiono, gioiscono, soffrono e amano nella visione del Mondo e per la visione del Mondo e quindi sono la stessa, (atteso che, secondo noi, essa non è cosa libresca ma bensì vivente, poiché è epocalmente alternativa all’attuale Pensiero Unico dominante, precipitato di tutti i veleni secreti da oltre tre secoli di pervicace infezione dello Spirito e della Natura) essendo quella la Luce dello Spirito e questo la Oscurità delle Tenebre: l’unico tesoro, l’unica ricchezza che gli stessi possono e devono possedere e che possono e devono opporre come Fiaccola, percorrendo, accompagnati dal Fato quale Demone, l’oscuro e umido Labirinto in cui siamo gettati (ci rammenta Heidegger!), è proprio quell’essere differenti “dentro”, quella capacità di non solo credere, emozionarsi e immaginare un Uomo ed una Donna veri e quindi differenziati e cioè Assoluti, ma Sapere, in virtù sempre di quella Visione del Mondo che è Conoscenza dello Spirito (ed è questo un genitivo soggettivo…) che solo e soltanto conservando, curando, alimentando e custodendo come Rito interiore, sempre, ogni giorno, in ogni momento del giorno, tale Lanterna accesa nel nostro Cuore, possiamo essere certi che si potrà e si dovrà ricostruire il Tempio in Pietra cioè quello visibile, solo ed in virtù della presenza maestosa e splendente del Tempio Invisibile nell’Animo che è il Cielo; al di là e al di sopra dello sciocchezzaio cicaleggiare dei “dotti ignoranti” sulle “difficoltà” tecniche che impedirebbero tale e tal’altra ricostruzione: loro infatti non sanno, meschini, che è sempre lo Spirito il creatore del Mondo e quindi anche della Tecnica che, nel caso di quella moderna, come ci insegna Heidegger, è mortale nemica dello stesso.

John Scheid, lucido ed organico studioso francese dell’antropologia religiosa romana afferma (Quando fare è credere, Roma 2011, pp. 249 ss.) che il Rito presso i Romani è un modo di Pensare! E quindi di Essere! (chioserebbe Hegel).

Tale Verità non fa che confermare la essenzialità e la fondamentale necessità di quella che Evola, esplicitando il concetto di visione del Mondo, definisce: “forma interiore”, essa è infatti la sola arma in nostro possesso atta a combattere efficacemente l’ideologia perversa di questa era economicistica e pertanto astratta, materialistica e quindi antiumana che ha, ormai è palese, un unico satanico progetto: la Distruzione del Vivente in ogni sua Forma cioè Idea!

La Forma è il Bene, il Bello, il Vero ed è, quindi, il Divino, la Luce che scaccia le nubi e vince la notte poiché Lui è Giorno e Notte (Eraclito); Egli è sempre desto, è il Sole… dello Spirito! Tutto ciò, Lui, l’Avversario, potente quanto apparentemente invincibile, lo sa e ne ha terrore, conoscendo noi più di quanto noi lo si possa mai immaginare! Noi invece, forse, non ne siamo profondamente consapevoli, poiché, in guisa adeguata, non lo sappiamo!

Giandomenico Casalino