La Lettonia riconosce per legge la religione tradizionale Dievturiba

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Il Parlamento della Lettonia il 9 ottobre 2025 ha fatto la storia approvando la legge sulla Latvijas Dievturu sadraudze, la Comunità lettone degli aderenti alla religione tradizionale Dievturība (La Divina Pietà).

E’ la prima volta che nell’Unione Europea viene riconosciuta formalmente un’unione religiosa etnica, affermandone esplicitamente lo status tradizionale.

Così recita l’articolo 2.2 della legge: “La Dievturība, religione tradizionale in Lettonia e la Sadraudze (la Comunità) che la rappresenta, hanno mantenuto una presenza di lunga data in Lettonia; è fedele ai valori spirituali e morali, nutre la lingua e le tradizioni lettoni e preserva il patrimonio spirituale della nazione”.

I capisaldi della legge

La legge concede alla Sadraudze lo status legale; protegge il suo nome, i luoghi sacri, i santuari e gli oggetti rituali e garantisce il diritto all’autogoverno secondo i suoi statuti (articoli 3-5).

I diritti fondamentali includono il matrimonio legale, l’assistenza spirituale, l’istruzione e la formazione.

I sacerdoti autorizzati della Sadraudze possono celebrare matrimoni ai sensi del diritto civile (articolo 6) e fornire servizi spirituali in istituzioni militari, mediche e penitenziarie (articoli 7-8), e la Sadraudze mantiene un Registro ufficiale dei sacerdoti accessibile al pubblico, presentato al Ministero della giustizia (articolo 11).

Le istituzioni educative fondate dalla Sadraudze possono determinare i programmi di studio e formare sacerdoti o altro personale per il servizio religioso (articolo 10).

​”Dopo otto secoli dall’inizio della violenta cristianizzazione delle terre baltiche, la Lettonia – ora membro dell’Unione Europea, fondata sul principio di unità nella diversità – ha finalmente l’opportunità di tornare e continuare le antiche tradizioni religiose sostenute dalla Sadraudze, le cui radici sono sopravvissute attraverso i canti popolari lettoni e altre forme di patrimonio culturale immateriale,” ha affermato Andrejs Broks, leader della Sadraudze e responsabile degli affari spirituali.

unnamedLa Sadraudze è stata un membro fondatore del Congresso Europeo delle Religioni Etniche (ECER) sin dal 1998, sottolineando il suo ruolo nella promozione delle tradizioni religiose etniche in tutta Europa.

Questa legge stabilisce un precedente unico per le comunità religiose etniche in tutta Europa, stabilendo così un modello da seguire.

La rinascita dell’antica religione 

IMG_5844Il leader indiscusso e carismatico del movimento della rinascita della Dievturība fu Ernests Brastins, studioso delle tradizioni lettoni che pubblicò i suoi studi in quattro volumi tra il 1923 e il 1930.

Brastins in quegli anni registrò anche l’organizzazione religiosa Latvijas Dievturu Sadraudze presso il Dipartimento degli affari spirituali della Lettonia.

Ogni attività fu tuttavia sospesa a metà del 1940, quando la Lettonia fu occupata dalle truppe sovietiche e Brastins fu arrestato e giustiziato.

Dopo la seconda guerra mondiale, il movimento della Dievturība riprese le sue attività in Germania e Gran Bretagna, ma soprattutto in Canada e negli Stati Uniti d’America, dove fu attivo e organizzato.

Nel 1956 negli Usa riprese infatti a pubblicare articoli sulla cultura e la storia lettone, la letteratura, l’etnografia e il folklore e nel 1971 l’organizzazione religiosa lettone Latvju Dievturi Sadraudze venne registrata. Nel 1979 stabilì anche un comune luogo di ritrovo nel Wisconsin.

L’anima spirituale del movimento era il fratello di Brastins, Arvīds, il quale, con altri lettoni in esilio, svolse un ruolo fondamentale nel preservare la tradizione spirituale pagana lettone, stimolandone l’interesse per la lingua, la danza, la musica popolare, l’artigianato tradizionale, l’arte, la letteratura, l’educazione e le antiche usanze.

In Lettonia invece, divenuta repubblica socialista sovietica, il movimento religioso pagano visse in clandestinità per decenni. La rinascita è solo nella seconda metà degli anni ’80 quando, tra cultura amatoriale, movimenti folcloristici, appassionati di storia, piccoli gruppi di simpatizzanti iniziarono gradualmente a sensibilizzare e a divulgare la religione tradizionale.

Il ripristino formale delle attività è nel 1990 quando il ceramista Eduards Detlavs divenne il gran maestro della restaurata comunità Dievturība lettone. In questo processo di rinascita i leader delle comunità in esilio negli Usa ebbero grande influenza.

Dal 2018, il gran maestro della comunità lettone è Andrejs Broks. La comunità è composta da un consiglio e da 13 kindreds (congregazioni).

Nella storia del rinato movimento Dievturi in Lettonia, ci sono altre congregazioni che hanno cessato le loro attività o sono indipendenti (Austra, Burtnieks, Tālava, Madara, Dižozols, Bramaņi, Māras loks, Viesturs, Sidrabene).

unnamedIl numero approssimativo di membri registrati nelle organizzazioni religiose Dievturi varia da 600 a 800 in periodi diversi.

La dottrina della Dievturība

Fondamento della Dievtriuba è l’eredità spirituale dei Padri. Il teismo non contiene l’idea di rivelazione religiosa o di profezia. È interpretato come una continuazione di credenze religiose soppresse tra i lettoni all’inizio del XIII secolo, sotto l’influenza del cristianesimo.

L’idea di monoteismo è al centro della dottrina. L’essere supremo è Diev (notare la comune radice indoeuropea e con il Dieu latino), l’Eterno determinante dell’ordine cosmico, delle leggi e dei destini, l’Aiutante delle persone, il Dispensatore di saggi consigli e di conoscenze di vita.

Le due dee della religione, Mara e Laima,  sono forme di manifestazione di Diev e ne simboleggiando certi suoi aspetti energetici. Mara è manifestazione di Diev nel mondo materiale, o natura visibile. Laima decide il destino delle persone e conosce l’ordine Diev, stabilito nel Cosmo.

Le devozioni quotidiane a Diev, Māra e Laima si esprimono attraverso la preghiera, il canto, l’offerta e la divinazione (secondo la quale certi pensieri e certe azioni creano pensieri e azioni simili).

Nella Dievturība non esiste il concetto di peccato e di preghiera in senso cristiano. Esiste invece il canto e la sperimentazione individuale (teofania), solitamente come impressione della natura, visione della presenza della divinità, esperienza del virtuoso o del bello.

Nella visione dei Dievtur, l’uomo è fatto di corpo, di anima e di spirito.

Dopo la morte, il corpo ritorna alla terra e cade sotto la tutela della dea Mara, l’anima torna a Diev e lo spirito va nel regno degli spiriti e nell’aldilà. Lo spirito fornisce un collegamento con gli antenati, con la saggezza della vita e le tradizioni da loro ereditate. L’idea del rinnovamento ciclico di questo collegamento durante i tempi divini o spirituali è fondante.

Nella comprensione degli aspetti sociali di una persona, il concetto di virtù è basilare. Saggezza, onore, coraggio, bontà, laboriosità, bellezza, gioia, gentilezza, generosità, giustizia sono fondamenti dell’etica della Dievturiba. Ogni virtù ha un suo opposto negativo; superarli ed eliminarli è un passaggio nello sviluppo della personalità e del percorso di vita degli adepti.

Il rituale

Nella pratica rituale, gli onori più importanti sono resi alla famiglia, alla casa, alla croce, ai funerali e alla sepoltura.

IMG_5842Sono otto le feste annuali (Meteņi, Lieldienas, Ūsiņi, Jāņi, Māras, Apjumības, Mārtiņi, Ziemassvetki).

Non esiste una procedura unificata per l’esecuzione del rituale, si osservano pratiche e tradizioni individuali; il fattore unificante sono le fonti dei contenuti: canti popolari lettoni, credenze, costumi, opere letterarie, materiale etnografico. testimonianze storiche.

Il rituale è eseguito dai leader delle congregazioni (famiglie) o dai partecipanti più attivi e rispettati; la condizione più importante è la familiarità con l’antico patrimonio sacro e le usanze lettoni.

I rituali si svolgono al chiuso o all’aperto: nel cortile, sotto una quercia, vicino a una pietra, a una sorgente, in un luogo sacro creato dalla famiglia, su un antico tumulo di un castello, ecc.

I partecipanti al rituale vestono abiti etnici tradizionali o anche solo di lino leggero, ornati da spille d’argento, anelli, ciondoli, perle. Esistono formule e testi di dichiarazione di fede, inclusa la menzione di Diev, Mara e Laima o canti specifici di saluto e commiato che introducono e concludono le cerimonie.

Uno degli elementi più importanti del rituale è il kokle, tradizionale strumento musicale a corde che simboleggia l’anima e l’identità lettone, il quale guida e accompagna il canto popolare, il ballo, il gioco e i banchetti.

La lezione che ci consegna oggi la Lettonia – e cioè che le radici spirituali di ogni nazione europea continuano a essere custodite dalle comunità religiose etniche che plasmano le identità tradizionali, a patto che siano tutelate giuridicamente – è di monito ed auspicio anche per noi.

Paolo Casolari

 

(fonte a cui abbiamo attinto per la raccolta di informazioni e di fotografie:  https://enciklopedija.lv/skirklis/22202-dievtur%C4%ABba)