Casalino: “per raggiungere la vera Sapienza occorre cambiare punto di vista nel percorso di realizzazione del sé”

Da sinistra, Daniele Liotta, Giandomenico Casalino e Paolo Casolari

“Un viaggio a tappe, partendo da un diverso punto di vista nella realizzazione del sé, che va dritto al cuore della religiosità indoeuropea e cioè dell’’Edda, dell’Iliade, dell’Eneide e dei Veda, dove la spiritualità Classica già contiene quella Ermetica come sua sapienza interna. Ecco il percorso che attende l’uomo della tradizione platonica”. Così lo scrittore tradizionalista, avv. Giandomenico Casalino nella sua coinvolgente lezione a corollario della sua ultima fatica, “La Conoscenza Suprema”, tenutasi nella sede dell’MTR il 9 novembre scorso. Per Casalino la Tradizione con la T maiuscola  non ha nulla in comune  con la concezione cristiano-moderna di filosofia che è erudizione spocchiosa, laicizzante e quindi spiritualmente non solo inutile ma dannosa.

“Il Platonismo – ha aggunto – in termini pagani è omòiosis Theò,  assimilazione al Divino. Quindi non ancilla teologiae, ma vera ed unica teologia, culto iniziatico fondato sulla gnosi, sul Sapere – che si identifica con l’Essere. Si conosce ciò che si è e si è ciò che si conosce: gli Dei, dunque, non esistono a priori se non si conoscono e si conoscono solo sperimentando, in termini ontologici, lo stato dell’Essere corrispondente.  Questa è la vita filosofica di un Platone, di un Cicerone, di un Simmaco o di un Hegel, nella quale, per noi europei, è vitale riconoscersi”.