Libertà di culto, la legge tabù. Simposio Cesnur alla Camera, presente il M.T.R.

20170322_123930 (1)La legge sulla libertà religiosa in Italia è un’araba fenice che non spicca mai il volo. Il progetto, nato nella decima legislatura (1990), è, infatti, stato seppellito e disseppellito almeno sette volte e nei momenti decisivi ha scontato l’ostracismo della Chiesa cattolica prima e i timori alimentati dai disastri combinati dall’estremismo islamico poi.

Solo però conoscendo e promuovendo la conoscenza del mosaico religioso che oggi contraddistingue la comunità italiana sarà possibile fare passi avanti decisivi in Parlamento e giungere ad una compiuta normazione della libertà di credo, che funga anche da solido argine a pericolose radicalizzazioni.

E’ la sintesi del partecipato consesso “Libertà di religione e credo. Diritti umani, dialogo e inclusione sociale” organizzato dal CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati il 22 marzo scorso.

Massimo Introvigne
Massimo Introvigne

Ospiti del direttore del centro studi Massimo Introvigne e dell’animatrice dell’evento Raffella di Marzio della Società italiana di psicologia religiosa, numerosi esperti di religioni, giuristi, storici, testimoni di culti e rappresentanti del mondo politico, oltre che una trentina di rappresentanze di minoranze religiose presenti in Italia, tra cui il Movimento Tradizionale Romano.

In mattinata sono stati affrontati i nodi giuridici ed è stato ricostruito il percorso storico della libertà religiosa in Italia. Posto l’articolo 8 della Costituzione – che riconosce la libertà di confessione religiosa e chiede compatibilità di statuti e regolazione dei rapporti con lo Stato tramite leggi d’intesa – il passaggio da un assetto giuridico sostanzialmente mono-confessionale ad uno plurale è stato, comunque, faticoso e non è concluso. Solo a partire dal 1984, infatti, si sono iniziate a firmare intese con le varie confessioni religiose di minoranza (la prima coi Valdesi); ad oggi gli accordi sono una dozzina, tra cui il recentissimo patto per l’islam italiano che intesa ancora non è, a fronte però di ottocento diverse minoranze religiose presenti sul territorio nazionale (quasi il 10% della popolazione).

La delegazione del MTR. Da destra Paolo Casolari, Daniele Liotta, Giglielmo Giovannelli Marconi, Ermes Paparoni, Pietro Rosetti, Marco Felli (non inquadrato)
Delegazione del MTR. Da destra Paolo Casolari, Daniele Liotta, Giglielmo Giovannelli Marconi, Ermes Paparoni, Pietro Rosetti, Marco Felli (non inquadrato)

Il percorso dunque è ancora lungo e accidentato. Ciò poi non solo guardandolo da un’angolatura giuridica, ma anche dal concreto fronte caldo dei luoghi di culto, che da noi potrebbero sovente essere quasi assimilati alle antiche catacombe per come sono costrette numerose minoranze religiose. Su quest’ultimo piano poi si sconta l’ingombrante presenza del culto islamico che sostanzialmente monopolizza il dibattito e gli approcci trascinando, con le sue contraddizioni e con la reazione delle istituzioni alle sue contraddizioni, anche gli altri culti minori.

Esempi di dialogo, buona scuola, sensibilizzazione dei media, conoscenza delle diverse realtà, confronto aperto e condivisione dei percorsi sono, comunque, le uniche strade per uscire dall’impasse e scavallare i nodi politici.

Quest’ultimi, infatti, sono stati protagonisti della sessione pomeridiana del convegno che ha visto l’intervento dell’ on. Luigi Lacquaniti (Pd), sen. Lucio Malan (FI), sen. Alberto Airola (M5S) .

L'interventio di Giovannelli Marconi. Al tavolo, da sinistra, Luigi Lacquaniti, Raffaella Di Marzio, Alberto Airola
L’intervento di Giovannelli Marconi. Al tavolo, da sinistra, Luigi Lacquaniti, Raffaella Di Marzio, Alberto Airola, Lucio Malan

Lacquaniti è favorevole a un superamento dello strumento dell’intesa per tutelare quelle realtà “che non hanno o non vogliono avere un’intesa con lo Stato”, Lucio Malan, pur non nascondendo le difficoltà di addivenire a un testo condiviso, ha ricordato la nuova proposta, elaborata dal costituzionalista Roberto Zaccaria, che verrà resa pubblica il prossimo il prossimo 6 aprile al Senato. Infine Alberto Airola pur riconoscendo l’urgenza di una legge sulla libertà religiosa, ha messo in guardia dal ritenere che una normativa possa venir approvata entro la fine della legislatura (maggio 2018 ndr).

A seguire è stata la volta delle rappresentanze delle minoranze religiose.

Per il M.T.R. è intervenuto il vicepresidente Guglielmo Giovannelli Marconi che ha ricordato gli esempi dell’approccio “aperto” a tutti i culti da parte della Res Publica romana e l’Editto di Caracalla (212 e.v.) che estese i diritti di cittadinanza (e le libertà di credo) a tutto l’impero.

Concludendo i lavori, Massimo Introvigne ha rivolto ai presenti l’invito a guardare anche oltre i nostri confini, a quelle realtà ove il quadro è in peggioramento ed i diritti di credo e le libertà religiosa sono spesso negati in maniera radicale.

Paolo Casolari

Viedoregistrazione integrale del convegno: https://www.radioradicale.it/scheda/503639/convegno-su-liberta-di-religione-e-credo-diritti-umani-dialogo-e-inclusione-sociale