Chiesa, sindacati, scuole e cliniche private esenti Ici: “Privilegi intollerabili da abolire subito”

“In un momento di emergenza nazionale come quello che stiamo vivendo l’esenzione Ici per le attività sociali della chiesa cattolica, dei sindacati, delle polisportive, delle scuole e delle cliniche private, di tutti gli enti no profit. è una anomalia italiana non più tollerabile”. Lo sostiene il Movimento Tradizionale Romano . intervenendo sulla recente approvazione in Parlamento delle misure cosiddette “Salva Italia”, che hanno, ancora una volta, “salvato” i privilegi del no profit. “Quando si chiedono sacrifici durissimi ai cittadini – continua l’MTR – non è più giustificato che siano graziate attività che troppo spesso di gratuito e di socialmente utile hanno solo la parvenza”.

Attenzione, qui non stiamo parlando di tassare gli edifici di culto, che già sono esclusi in toto, ma le attività.  Oggi, esenti Ici (o meglio, Imu) sono, infatti, gli enti pubblici o privati (art. 87, DPR 917/86), diversi dalle società – come le associazioni, i sindacati, le fondazioni e le confessioni religiose (cattolici, ebrei, valdesi, avventisti, assemblee di Dio, evangelici battisti e luterani) – che “non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali”.

E qui c’è il cavillo.  Gli immobili per essere esenti, debbono essere destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive, religiose e di culto, ma l’esenzione (L. 248/2006, voluta da Prodi) “s’intende applicabile alle attività indicate che non abbiano esclusivamente natura commerciale”. Quindi, una libreria di un’associazione che non svolga solo vendita di libri o un albergo di una cenfessione religiosa che non eserciti prevalente attività ricettiva onerosa, una scuola privata che, oltre a farsi pagare le rette, svolga servizi di utilità sociale e così via le attività di una clinica, di un patronato, di una polisportiva sono tutte esenti Ici, pur incassando introiti (e che introiti in certi casi), applicando il criterio della non esclusività. L’inciso legislativo introdotto dal governo di centrosinistra “non esclusivamente o non principalmente” è dunque la zona grigia, o meglio la porta girevole, ove è possibile far passare di tutto (complici i Comuni “distratti”).

Tanto per dare qualche dato, solo a Roma sono millecinquecento gli immobili  della chiesa cattolica che non pagano l’Ici: oltre alle parrocchie, esentate per legge, le centinaia di fabbricati intestati a istituti, congregazioni, confraternite e opere pie che, pur svolgendo  attività commerciali, hanno autocertificato la loro esenzione dalla tassazione.

La stima complessiva del mancato introito per lo Stato Italiano da tutte le esenzioni Ici al no profit supera abbondantemente, applicando i nuovi estimi, il miliardo di euro l’anno. Non è poco nell’economia generale. Quanta parte di questo miliardo di euro l’anno è assolutamente ed inconfutabilmente giustificato dallo svolgimento gratuito di pura attività d’utilità sociale che sgrava lo Stato dal praticarla a sua volta?  Ma soprattutto, possiamo ancora permettercelo?

“A questo punto vogliamo sperare, conclude l’MTR che il nuovo padrone del vapore, l’Unione Europea, una volta tanto faccia gli interessi dei cittadini italiani senza parrocchia e sanzioni questo privilegio aprendo una procedura contro l’Italia per aiuti di Stato”.